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MILAN-MANCHESTER UNITED 3-0 La partita perfetta

di Fabrizio Perotta


Milan-Manchester non è solo la “partita perfetta” ma anche una storia lunga due anni. Una vera metafora della vita.

Tutto ha inizio in un luogo affascinante e misterioso. Già Costantinopoli e Bisanzio, crocevia di culture e da secoli ponte dell’Europa sull’Asia. Semplicemente Istanbul.


Istanbul


Durante la più drammatica delle notti, una Coppa dei Campioni, praticamente vinta, prende la strada di Liverpool.

La Curva rossonera sin da subito dichiara tutta la sua fede in uno lungo striscione esposto nella trasferta di Udine:

“Senza paura insieme a Parigi nel 2006”.

La stagione successiva sarà invece interlocutoria: una discutibile eliminazione in Champions ad opera del Barcellona e un campionato in chiaro scuro.

La maledizione turca sembra invece riprendere con rinnovato vigore nel corso dell’estate quando scoppia lo scandalo di Calciopoli e la conseguente battaglia mediatica.

Secondo un tipico costume italico, il gioco degli interessi geopolitici finisce per prevalere, portando all’emissione di sentenze in cui il principio di certezza della pena, caposaldo di ogni Stato di diritto, si incrina come non mai.

Il Milan, da iniziale vittima del sistema, viene riconosciuto così corresponsabile e le penalizzazioni ricevute ne comprometteranno il campionato e la stessa partecipazione alla Champions league 2006-2007.

L’impervia via per riconquistare quella coppa lasciata a Istanbul deve infatti essere intrapresa molto presto, ad agosto, costretti a un ostico preliminare contro la Stella Rossa di Belgrado,

Un fortunato sorteggio (Lille, Anderlecht.e Aek Atene) ci agevola ma già la sfida contro il Celtic agli ottavi di finale si rivela un duro ostacolo. Superiamo i coriacei Scozzesi solo ai tempi supplementari con Kakà autore di un travolgente coast to coast.

Il forte Bayern Monaco impatta a San siro per 2-2 ma grazie a Seedorf-Inzaghi l’Allianz Arena, lo spettacolare stadio bavarese di recente costruzione, viene violato per la prima volta in Europa.

Tra noi e la finale c’è solo ora il Manchester United, reduce dall’avere travolto la Roma, segnando addirittura sette gol.

Old Trafford in versione lego


Si torna all’Old Trafford, un po’ la nostra seconda casa visti i recenti trascorsi, con un Kakà semplicemente sublime. Il suo secondo gol entra di diritto nella storia del calcio anche se a causa di qualche errore difensivo finisce 3-2 per i padroni di casa (con gol beffa di Rooney proprio all’ultimo minuto).

Diluvia su Milano ma San Siro registra il tutto esaurito, in una notte molto simile a quella di venti anni prima con il Real Madrid.

Gli Inglesi presentano un attacco di prim’ordine: Ryan Giggs, Rooney e soprattutto l’emergente Cristiano Ronaldo, già stella europea di prima grandezza e principale candidato al pallone d’oro.

La coppia Oddo-Gattuso neutralizza il Portoghese mentre in attacco Kakà devasta letteralmente la difesa dei Red Devils. Proprio un suo sinistro da fuori area sblocca il risultato ma i Rossoneri non si fermano e raddoppiano di lì a poco con Seedorf.



La partita perfetta


Clarence Seedorf, capace di alzare la Coppa dalle grandi orecchie con tre squadre differenti (Ajax, Real e Milan), è il paradigma del calciatore vincente che sa elevare il suo livello di gioco alla forza dell’avversario. Questa è una partita da dentro o fuori e lui non tradisce. Invero, tutta la squadra gioca con feroce determinazione tanto che Gilardino, in una magistrale azione di contropiede, segna il gol del 3-0.

La partita perfetta

È anche il gol della finale dove ci aspetta una squadra in maglia rossa, la stessa di Istanbul. È infatti allora che inizia questa partita, quando, a uno dei Milan più forti di sempre, mancò la fortuna non certo il valore (come recita un famoso epitaffio).

Mancò a dire il vero anche Filippo Inzaghi, ora condottiero del Milan in terra di Grecia.

Perché dopo Istanbul c’è sempre Atene.

23 maggio 2007: il Milan è campione d’Europa per la settima volta nella sua storia.


Dopo Istanbul c’è sempre Atene

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