di Fabrizio Perotta
Il nostro speciale pallone rotola oggi agli inizi del nuovo millennio.
Finalmente, dopo qualche anno in chiaroscuro, la società torna a investire massicciamente sul mercato e le stelle di un mercato scintillante sono Filippo Inzaghi e Manuel Rui Costa per i quali vengono spesi oltre 130 miliardi.
Come allenatore si sceglie Fatih Terim, reduce da una buona stagione a Firenze ma che in molti desta non poche perplessità. Il turco in patria è infatti soprannominato “l’Imperatore” e certamente l’umiltà non è la sua dote migliore. Radio spogliatoio racconta di immediati dissapori con la dirigenza che si possono sintetizzare in un episodio. Galliani in visita serale a Milanello non viene nemmeno salutato dall’allenatore che resta in camera e per il tramite del suo vice Di Gennaro fa sapere di essere impegnato a guardare una puntata del Grande Fratello in tv.
Curiosamente sarà proprio la squadra granata a segnare due dei momenti più importanti della stagione.
All’andata si impone per 1-0 (dopo anche un rigore fallito da Inzaghi) determinando l’avvicendamento in panchina tra Terim e Carlo Ancelotti, artefice poi di uno dei più grandi cicli della storia rossonera.
Al ritorno invece si presenta a San Siro in un momento di grande contestazione dopo le sconfitte con Inter e Bologna, partite giocate davvero senza cuore. Proprio la sconfitta con i Felsinei porta a un’importante presa di posizione degli ultras rossoneri che decidono di lasciare la curva interamente vuota per protesta.
Contestazione Curva Sud
Le possibilità si raggiungere la qualificazione in Champions sono ridotte al lumicino e la pochezza dimostrata nel primo tempo non fa che confermare la convinzione generale.
Quello che succede durante l’intervallo segna però una svolta non solo della stagione ma anche di un decennio della storia rossonera. Il sempre mite Ancelotti per una volta “alza la voce” spronando la squadra a riconquistare l’affetto dei tifosi e dopo tre mesi di assenza per infortunio torna in campo Filippo Inzaghi.
Filippo Inzaghi al rientro dopo l’infortunio
Gli effetti sono subito evidenti e grazie a un pur fortunoso gol di Kaladze passiamo in vantaggio. Risultato a parte, sembra finalmente tornata la voglia di lottare reagendo anche alla concessione di un discutibile rigore contro. A dieci minuti dalla fine è poi Massimo Ambrosini a regalare i tre punti.
Vibranti proteste con l’arbitro Braschi dopo il calcio di rigore
La vittoria fa da viatico a un brillante finale di stagione e trascinati dai gol di Super Pippo conquistiamo quel quarto posto che vuol dire lasciapassare per i preliminari di Champions League.
È proprio dunque in una sofferta serata di contestazione che vengono gettate le basi pe l’epocale vittoria di Manchester.
Questo è Milan-Torino 2002.
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