di Fabrizio Perotta
ROAD TO NAPOLI
Rotola, il pallone rotola, questa volta allo stadio San Paolo di Napoli, negli anni crocevia di dolore prima e gioie poi.
E’ il maggio del 1982, di lì’ a poco l’Italia sarebbe diventata campione del mondo ma intanto si disputa l’ultima giornata di un campionato calvario per i colori rossoneri. Il Milan, rimontando due gol a Cesena, si è guadagnato la salvezza ma a Napoli, per quello strano fuso orario che avremmo imparato a conoscere anche negli anni successivi, si gioca ancora. Castellini ha la palla tra le mani eppure incredibilmente la rinvia direttamente oltre la linea di fondo. Sul corner successivo Faccenda segna di testa: Genoa salvo e Milan in serie B.
Dopo un episodio del genere, la Nemesi (Dea della Giustizia nell’antichità classica) per dimostrare la sua esistenza avrebbe dovuto “darsi molto da fare” e in effetti così sarà, precisamente nel quadriennio a cavallo delle “notti magiche” di Italia 90.
Il 1 maggio 1988, nel giorno dedicato alla festa dei lavoratori, si gioca quella che passerà alla storia come la partita del sorpasso con un Gullit straripante e Pietro Paolo Virdis cecchino implacabile.
In mille partono in treno da Milano e il coro “guarda le.. guarda le.. guarda le bandiere, Maradona sono rossonere” sarà il let motiv dello scudetto n. 11.
Di seguito il racconto di quella epica trasferta tratta da il libro “Nella Fossa dei Leoni”.
Dopo lo scudetto virtualmente conquistato 4 anni prima, sempre al San Paolo il Milan ne conquista un altro e questa volta con anche il conforto della matematica.
La stagione 1991-92 e’ caratterizzata da un lunghissimo testa a testa con la Juve di Trapattoni, apertasi con una sconfitta proprio contro i bianconeri nella prima edizione del trofeo Luigi Berlusconi (padre del presidente), che diventerà in quel periodo una sorta di gran gala’ del calcio di
d’agosto.
Anche in campionato, il Milan guidato dal debuttante Fabio Capello, ha un inizio stentato ma poi inanella una serie di successi impressionante e soprattutto non perde mai.
Il gap tra i due contendenti diventa incolmabile in un piovoso fine settimana elettorale di aprile quando si assiste a un simbolico cambio di consegne: il Milan asfalta i campioni d’Italia in carica della Samp per 5-1 e il Toro con una doppietta del brasiliano Cadagrande affonda i bianconeri.
Quando arriva al San Paolo, per il Milan basta un punto e il gol scudetto lo segna Rijkaaard, il meno appariscente del trio orange ma ugualmente decisivo come già due anni prima al Prater di Vienna.
Finisce 1-1, è il primo di tre scudetti consecutivi, un ciclo all’interno del quale i ragazzi di Capello non conosceranno sconfitta per 58 partite consecutive.
Chissà forse proprio al San Paolo, nel fraudolento rinvio di Castellini, vi erano i prodromi di un mito, quello degli INVINCIBILI.
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