Il nostro pallone rotola oggi in cielo, perché è un Milan stellare quello della stagione 1992-93.
Anni prima del Real dei Galacticos, sono proprio rossoneri a schierare una formazione che non ha eguali nel panorama mondiale. In una squadra appena laureatasi campione d’Italia senza perdere una partita (mai successo nella storia della Seria A), vengono inseriti il talento emergente del calcio italiano Gianluigi Lentini, l’ultimo pallone d’oro Jean Pierre Papin, Dejan Savicecic, detto “Il Genio” proveniente dalla Stella Rossa di Belgrado e Zvonimir Boban, perno della neonata nazionale della Croazia.
A dire l’idea della mostruosità della rosa, solo tre stranieri possono andare a referto e la titolarità dell’ormai iconico trio olandese non sembra in discussione. Marco Van Basten, in particolare, è nel pieno della sua maturità tecnico-agonistica e inizia la stagione da goleador principe di una squadra che è una autentica macchina da gol.
Lo score rossonero è impressionante: 47 gol nelle prime 15 partite stagionali.
Il giorno della presentazione di Marco Van Basten nell’estate del 1987
Con queste premesse la trasferta di Napoli, per quanto insidiosa, non incute certo particolari timori. I partenopei, tra l’altro, non attraversano un momento particolarmente felice e nell’ambiente c’è grande tensione.
Trasferta in treno con arrivo alla stazione “Campi Flegrei”; di qui poi a piedi in corteo per circa 2 chilometri fino al San Paolo. Lungo il tragitto insulti e lanci di oggetti persino dai balconi delle case ma un vero e proprio contatto con i locali viene impedito dall’ imponente schieramento di forze dell’ordine.
Anche all’ingresso nello stadio l’accoglienza è molto “calorosa”: pioggia di monete, bengala e petardi che sembrano vere e proprie bombe carta, ma questa è Napoli.
I Ragazzi intanto scendono in campo per il riscaldamento salutando il settore dove, in ricordo dell’epica sfida giocata nel 1988, sventolano tanti vessilli accompagnati del coro “ guarda le, guarda le, guarda le bandiere, Maradona sono rossonere”.
L’inizio è a dir poco autoritario con un Van Basten implacabile e dopo solo venti minuti vinciamo due a zero (al secondo gol Marco corre verso proprio verso di noi per un festoso abbraccio ideale).
È una dimostrazione di forza impressionante: Eranio in apertura di ripresa segna il terzo gol su un pregevole assist di Massaro e poi è ancora due volte Van Basten a infierire sulle macerie della difesa del Napoli (a nulla serve il gol della bandiera segnato da Zola su punizione). Dispiace solo per Giovani Galli, indimenticato portiere rossonero e ora a difendere la porta degli azzurri.
La Gazzetta dello sport celebra i 4 gol di Van Basten
I 4 gol di Van Basten verranno di lì a poco ripetuti in Coppa dei Campioni contro il Göteborg. La rovesciata del terzo, gol, poi sarà l‘immagine simbolo del pallone d’oro che l’olandese si accinge a vincere per la terza volta.
È questo il Milan degli invincibili, che arriverà a 58 partire senza conoscere sconfitta.
Nell’antichità si diceva però che quando gli uomini si ammantavano di troppa gloria (la così detta “ubris”) venissero puniti dagli Dei e purtroppo i miti hanno sempre un fondo di verità .
A fine stagione arriverà lo scudetto (il tredicesimo) ma il 26 maggio 1993 si rivelerà una delle giornate più tristi della storia milanista.
La Coppa dei Campioni vola infatti a Marsiglia in una finale stregata ma soprattutto dopo quel giorno Marco Van Basten non scenderà più in campo a causa di una caviglia già malconcia e definitamente rovinata in una sciagurata operazione dal chirurgo svizzero Marti. Il Cigno di Utrecht, proprio nel momento migliore del sua carriera, non volerà più e i 4 gol di Napoli resteranno una delle sue ultime memorabili imprese.
Marco Van Basten: semplicemente il più grande.
Marco Van Basten in una recente apparizione a San Siro
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