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NON È IL MILAN, LETTERA DI UN TIFOSO DELUSO

  • Immagine del redattore: Ribalta Rossonera
    Ribalta Rossonera
  • 14 nov 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 19 nov 2019


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Caro Milan, mai avrei pensato che, parafrasando il titolo di un famoso programma televisivo degli anni ’90, sarei finito per descrivere la tua situazione attuale. Durante la tua incredibile storia ci hai riservato decenni di gloria, regalato due delle squadre più forti di sempre, ammirato palloni d’oro affermarsi con la tua maglia e giocare sul prato di casa nostra, goduto di alcuni dei migliori giocatori che abbiano mai calcato i campi da gioco. Allo stesso tempo, però, ci hai insegnato a perdere con onore e a soffrire, perché il calcio non è soltanto vittorie e bel gioco. Ciò che ha contraddistinto però i tuoi successi sono stati alcuni capisaldi, tratti distintivi che anche nei momenti bui hanno costituito la luce in fondo al tunnel, la retta via da seguire. I diktat che hanno sempre segnato il tuo cammino erano l’ambizione e l’attaccamento alla tua maglia che ha sempre costituito un punto di arrivo, il coronamento di una carriera per un giocatore, non un semplice trampolino di lancio. Una maglia da indossare con la fierezza con la quale è stata indossata dai grandi della nostra storia. Quanto all’ambizione, non si trattava solamente di mera voglia di vittoria, di gratificazione personale, ma perlopiù desiderio di esprimere in campo un gioco che potesse divertire il pubblico. La tua gente non ha mai cessato di gremire le gradinate di San Siro per sostenerti, nel nostro stadio, sotto il nostro cielo, aldilà di chi indossasse la tua maglia. Quello stesso pubblico che ieri sera ha abbandonato lo stadio, non per il pessimo spettacolo offerto, bensì perché non ti riconosce più, così, svuotato di ognuno di quei tratti distintivi che hanno caratterizzato la storia di uno dei Club più importanti del calcio mondiale. Eccolo il fallimento più grande. Aver perso quei tratti distintivi, quella selettività nello scegliere gli interpreti di un grande progetto, con quella frase che riecheggia nella testa di tutti “Non è da Milan”. La cosa peggiore, mio caro Milan, è rappresentata dall’abitudine alla mediocrità, abbandonati all’idea di non giocare ad armi pari con le concorrenti di sempre, snaturando il DNA VINCENTE che ti ha sempre contraddistinto. In Italia, in Europa e nel Mondo. La ricetta per tornare grandi sono sicuro sia scritta nella nostra storia, perché è scritto nelle stelle che torneremo a dominare, perché è ciò che meritano i tuoi tifosi nel mondo.


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