Ho avuto modo di conoscere il Giampaolo allenatore negli ultimi tre anni causa una forte vicinanza all’ambiente blucerchiato, sia allo stadio che guardando tutte le partite alla TV.
Il nostro allenatore ha dimostrato, negli anni, di saper crescere sul lato tecnico e soprattutto sul lato tattico giovani calciatori e rinvigorire “i Quagliarella” e, cosa più importante, saper migliorare i giocatori in diversi ruoli.
Andando in ordine di cessioni e valorizzazione calciatori la sua Samp è riuscita a vendere tali: Andersen, Praet, Torreira, Duvan Zapata, Schick (vero e proprio mostro in quel di Marassi), Skriniar, Muriel e Bruno Fernandes.
D’altrocanto ad oggi, a Milano ci si aspetta il tutto e subito, ma troppo spesso viene dimenticato che siamo in un periodo di “rifondazione” e che la nostra rosa è tra le più giovani dell’intera Serie A, sia nella rosa ma soprattutto nell’undici iniziale.
Giovani, di buone speranze, con una rosa migliorata rispetto ad anno scorso, ma la cui scarsa esperienza può pagare punti nel corso del campionato, ma la cosa più importante è avere una strada tracciata, anche se ad oggi siamo in esperimenti totali.
Il calcio di Giampaolo non va fatto “a caso” ma va fatto con piena cognizione di causa, Giampaolo stesso più volte in quel di Bogliasco faceva interrompere sedute di allenamenti per spostare anche solo di pochi metri i suoi interpreti, conscio del fatto che se i movimenti e i sincronismi non fossero perfetti tra loro si poteva, oltre a non essere incisivi in fase offensiva) subire pericolose imbarcate in contropiede.
Il mio bicchiere è mezzo pieno, non prendetemi per pazzo, ma conscio dell’uomo che gli allenatori prendono a modello di studio a Coverciano a livello di impostazione tecnico/tattica e pressing offensivo. Sono sicuro che finchè i meccanismi non saranno ben oliati non potremo giudicare a pieno l’operato di un “maestro” come viene definito nell’ambiente. NON AL BAR. Nell’ambiente calcio.
D’altro canto la giovane età dei calciatori, è un ottimo connubio con la presenza di un maestro, perchè così come è riuscito a creare veri e propri giocatori come i sopra citati Skriniar (non me ne vogliate) ma soprattutto Torreira e B.Fernandes che ad oggi calcano campi a cui purtroppo noi sogniamo di calcare.
Lo stesso Praet nasce come trequartista puro e viene reinventato come mezz’ala tecnica, ruolo fondamentale per lo schema di gioco di Giampaolo, in quanto può togliere punti di riferimento all’avversario intercambiandosi con il trequartista di turno e svariare in fase offensiva.
Tornando alle prestazioni, sono convinto che con il ritorno in campo di Thèo e con un Bennacer con un mese di Giampaolismo alle spalle, potremo vedere i primi lampi di un calcio a testa alta, iniziare a divertirci e portare risultati. Quanti e quali lo scopriremo domenica dopo domenica, ma la strada, per me è quella giusta.
OTTIMISMO, TESTA ALTA E GIOCARE A CALCIO...
Aggiornamento: 19 nov 2019
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