IL Milan mai come quest’anno fatica a fare gol, solo 16 gol realizzati in 16 partite, praticamente con una media di un gol a partita.
La difficoltà è evidente quando il tuo centravanti titolare ha segnato solo 4 gol, di cui uno solo su azione.
Proprio Piatek è il simbolo della crisi del gol del Milan.
Dopo una stagione straordinaria da trenta gol suddivisi tra Genoa e Milan, Piatek si è scoperto fragile, senza un supporto di livello dai suoi compagni di squadra.
La colpa molto probabilmente è nella difficoltà di costruzione della manovra, ma sicuramente il trio d’attacco ha qualcosa da farsi perdonare.
Il tridente rossonero è un paradosso perché le due ali, Suso e Calhanoglu, non hanno il passo per giocare sulla fascia e difficilmente saltano l’uomo in velocità, ma preferiscono accentrarsi per tentare il tiro.
Da questo ne consegue una maggiore difficoltà di Piatek nel ricevere palloni giocabili.
Poi il giocatore polacco ci mette anche del suo nel sbagliare gol che nella passata stagione avrebbe segnato ad occhi chiusi.
La crisi del giocatore polacco è iniziata ad aprile dopo lo Juventus-Milan della scorsa stagione, vinto dalla squadra torinese e con il numero 19 protagonista di una buona partita.
Da quella famosa partita sono passati sette mesi e 20 partite giocate da Piatek, in cui ha realizzato solo 4 gol di cui 3 su rigore.
Una fatica nel fare gol che è aumentata dopo le vacanze estive, da quando il giocatore ha sostituito il suo diciannove con la maglia numero "maledetta" nove.
All’inizio sembrava che ci fosse un equivoco tattico con Giampaolo, viste le difficoltà di Piatek di trovare la porta con il 4-3-1-2.
In realtà la cura di Pioli non ha aiutato, il polacco continua a far fatica e di certo i compagni non lo mettono nelle condizioni di segnare.
Sebbene nelle ultime due partite, Bologna e in casa con il Sassuolo, il giocatore polacco abbia dato segnali di vitalità nella manovra corale e nell’agonismo, ma risulta sempre evidente la sua difficoltà nel fare gol.
Ma volendo ampliare la nostra disamina, anche la squadra femminile fa molta fatica a segnare, la capitana Valentina Giacinti, in grossa difficoltà malgrado il gol vittoria nella trasferta di Verona.
Sicuramente il cambio di ruolo ha condizionato la bomber rossonera, passare da punta esterna a punta centrale, ha sicuramente cambiato il suo modo di giocare.
Valentina adesso deve fare molte più sponde giocando spalle alla porta, mentre da esterna poteva giocare con tagli e ripartenze spesso in situazioni di uno contro uno.
Ora invece deve giocare più dentro l’area e quindi venire marcata a volte anche da due avversarie.
Un altro aspetto nel cambiamento del modo di giocare che viene chiesto alla ragazza è il pressing in fase offensiva, e questo porta a percorrere molti più chilometri, utile più al collettivo che per se stessa.
Sicuramente si stanno facendo anche sentire le fatiche di un mondiale vissuto e giocato da protagonista, specie nella seconda fase.
Da non sottovalutare anche l’apporto psicologico, due titoli da capocannoniere e la maglia "maledetta" nove, lo scorso anno anche lei indossava la 19 come Piatek, ma quest'anno la fascia da capitano e la maglia possono aver pesato nella sua testa.
Ma come ha fatto notare mister Ganz, i momenti negativi arrivano, ma vanno anche via, bisogna solo cercare di non preoccuparsi ed appesantire la testa più del necessario.
Ma in tutte queste difficoltà di realizzazione, c’è un Milan che sa segnare, non solo ha il miglior attacco, ma anche la miglior difesa del campionato.
Stiamo parlando della squadra primavera, guidata dall’ex rossonero Federico Giunti.
Dopo un inizio al quanto incerto con due pareggi in 4 partite, la squadra ha trovato un’ottima continuità di rendimento, e ha inanellato 8 vittorie consecutive, che lo hanno portato ad essere Campione d’inverno del girone A del campionato Primavera 2.
Vero che il campionato Primavera 2 è meno impegnativo del Primavera 1, e non paragonabile alle difficoltà della serie A maschile e femminile, ma la squadra rossonera ha un gioco e un’identità molto precisa, sa valorizzare gli attaccanti e anche i centrocampisti, che li manda costantemente in gol.
Infatti il capocannoniere è il capitano e centrocampista Marco Brescianini, che e ha già realizzato tra campionato e coppa italia 8 gol ed un assist.
Altro centrocampista con il vizio del gol è Alessandro Sala, un 2001 con 3 gol ed un assist nel girone d’andata.
In attacco quello che sta meglio è sicuramente Emanuele Pecorino, 2001, arrivato l’estate scorsa dal Catania, con 6 gol e 1 assist.
Invece, complice un problema fisico, che gli ha fatto saltare qualche partita, sta andando un po’ meno bene l’altro acquisto estivo, Luan Capanni, ma comunque capace di segnare 5 gol nel girone d’andata.
Riccardo Tonin, 2001, detto "l’alpino" per la sua tipica esultanza, dopo aver trovato difficoltà nel primo anno di Primavera, sta crescendo e con la doppietta di Spezia, nell’ultima partita è arrivato a quota 4 gol.
Infine c’è il figlio d’arte, Daniel Maldini, il numero dieci, fresco di rinnovo contrattuale e convocazione in prima squadra contro il Napoli, con 3 gol.
Tre squadre, che indossano gli stessi colori, tre squadre che giocano tre campionati diversi, con loro difficoltà diverse per campionato, e ad ognuna sarà richiesto di migliorare dove serve per poter raggiungere i loro obiettivi di squadra.
La stagione agonistica è ancora lunga, e c’è tutto il tempo per poterlo fare.
Massimo Volpato
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