Quando vai con un amico a bere un caffè al bar devi sempre sperare che non sia di quelli integralisti che: “ah no, il caffè si beve solo amaro perché così si sente l’aroma”. E allora, per farlo contento, ci provi ma l’amaro che ti resta in bocca ti ricorda subito perché lo bevi con lo zucchero anche se ami il caffè.
Ecco, è lo stesso amaro che mi rimane in bocca dopo una settimana calcistica per noi molto molto deludente che mi fa subito venire in mente del perché ami così tanto il Milan. Era da un bel po’ di tempo che non ci toccava subire due scoppole del genere e, per la verità, non ne eravamo più abituati. Ma andiamo con ordine.
Si inizia sabato alle 18 contro la squadra che oggettivamente gioca meglio in Italia e che è la più difficile affrontare dal punto di vista fisico. Purtroppo la partita dei rossoneri è durata soli dieci minuti e poi è stato un monologo atalantino che, complice la partita peggiore del Milan da febbraio ad oggi, ha dominato su tutti i fronti. Per poi proseguire con il derby di martedì sera durato anch’esso troppo poco, soli 45 minuti.
Di sabato ho mal sopportato le parole deliranti del cronista Sky che dimentica di dover essere terzo ed imparziale nel racconto della partita, e dimentica che forse ad ascoltarlo ci sono più abbonati rossoneri che bergamaschi e quindi dovrebbe ricordarsi di portare rispetto a chi, con i suoi 30 euro al mese, contribuisce a pagarlo. Del match contro la Dea ho mal sopportato la mancanza di cattiveria sportiva e la mancanza di un moto d’orgoglio che magari avrebbe portato a qualche cartellino giallo in più, ma avrebbe magari evitato le prese in giro.
Del derby ho mal sopportato (a parte l’altra squadra ma quella la mal sopporto sempre) la direzione arbitrale, credo che il rigore concesso a Barella sia inesistente, credo che la gestione dei falli sia stata non uniforme e credo che l’ammonizione di Ibra sia un po’ eccessiva, forse giusta, ma eccessiva visto gli animi.
Ma personalmente l’amaro in bocca non me lo lasciano solo le due sconfitte ma, sempre opinione mia personale, dalle figuracce extra campo che abbiamo dovuto sopportare, più precisamente le brutte figure di Ibrahimovic. Chiarisco subito che non mi riferisco alla famosa “rissa con insulti razzisti” che vogliono farci credere ma al comportamento che ne è scaturito. Chi ha giocato a calcio sa bene che la provocazione dell’avversario fa parte del gioco e lui in questo è un maestro ed infatti anche stavolta c’era riuscito. Peccato che sia stato vittima del suo stesso gioco, dopo la prima ammonizione credo che avrebbe dovuto stare più attento con i falli, perché sappiamo tutti che Valeri avrebbe aspettato il primo intervento dubbio per sfoderare il secondo cartellino giallo a lui o a Lukaku.
Ancora meno mi è piaciuta la guasconata dello scambio di opinioni con Zapata, credo abbia sbagliato modi e tempi. In primo luogo perché ad una provocazione verso la squadra ha risposto in maniera personale mettendosi (sempre secondo me) al di sopra della squadra. E poi perché l’Atalanta in 2 partite ci ha fatto 8-0 e la risposta me la aspetto in campo facendo parlare la palla, in quel momento bisogna sempre ricordare che la vendetta è un piatto che va consumato freddo e la partita di ritorno deve essere un ottimo obiettivo (oltretutto dopo la beffa del tweet di De Roon).
Alla fine poi il caffè tornerai a berlo anche con il tuo amico che preferisce avere l’amaro in bocca, così come io non lascerò di certo di guardare e tifare il Milan. Anche se a volte mi lascia l’amaro in bocca il ricordo del dolce che mi ha regalato sarà sempre più importante.
FORZA MILAN
DANIELE
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