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SAMPDORIA-MILAN 1986-87

  • Immagine del redattore: fabrizio.perotta
    fabrizio.perotta
  • 6 dic 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Il nostro speciale pallone rotola oggi nell’autunno del 1986 in una partita che ha la particolarità di disputarsi in due atti.

Il nuovo Milan targato Berlusconi, dopo un inizio difficile, è ora a ridosso della vetta e la partita con la Sampdoria costituisce un importante banco di prova per capire se lo scudetto sia un obiettivo realmente raggiungibile.

La tifoseria è in fermento anche perché andare in trasferta a Marassi in quel periodo era davvero “impegnativo”. Solo due anni prima per esempio un pullman con 38 tifosi rossoneri a bordo veniva attenuto in questura per due giorni, dopo diversi accoltellamenti nel post gara.

La Sud in trasferta a Genova da “Nella Fossa dei Leoni”


Reduci da tre vittorie consecutive, con otto gol segnati e zero subiti, l’inizio fa davvero ben sperare. Il solito Virdis va infatti in rete di testa: 1-0. Improvvisamente però l’incantesimo sembra svanire e la Samp diventa padrone del campo. Giovanni Galli salva più volte il risultato (parando anche un rigore a Gianluca Vialli) ma il pareggio è solo questione di tempo . Con la squadra allo sbando un insolito episodio ci salva dalla sconfitta: si infortuna l’arbitro D’Elia e la partita viene sospesa.

Il recupero si disputa dieci giorni dopo, durante la sosta di campionato in un inedito giovedì di passione. Purtroppo l’incontro sembra la prosecuzione di quello precedente e mentre infuria un autentico nubifragio subiamo una dura sconfitta per 3-0, sotto in colpi di un incontenibile Hans Peter Briegel.


Un’incursione del Capitano



Le pagelle del match


È una sconfitta che lascia il segno perché sembra che ogni volta si possa iniziare a sognare le cose vadano sempre male. Eppure è proprio in questa atmosfera da pessimismo cosmico leopardiano che cambia la storia del Milan.

Il titolo della gazzetta dello sport del giorno dopo è emblematico:

“La Samp distrugge il Milan

Berlusconi lo ricrea.”

Dopo la cocente sconfitta, con un vero e proprio blitz, il Presidente e il suo entourage volano a Rotterdam acquistando il cartellino di Ruud Gullit, stella emergente del calcio europeo.

E’ un’operazione da film che dimostra lo strapotere economico della società (con i fiorini incassati dalla cessione il Psv finanzierà addirittura il completo rifacimento dello stadio).

L’olandese è proprio il campione che serve al Milan, un Falcao nero come dicono gli intenditori. Il suo look “esotico’ contribuisce poi ancor di più a far sognare i tifosi (i cappellini con le treccine andranno infatti a ruba nelle bancarelle di San Siro).

L’acquisto di Gullit poi dimostra che il vento è effettivamente cambiato. Come aveva già fatto intuire l’acquisto di Roberto Donadoni dall’Atalanta, fino ad allora vero feudo juventino, siamo finalmente tornati a sederci al tavolo con le grandi d’Europa. Per risvegliare l’entusiasmo in tifosi che aspettano qualche gioia da troppo tempo ormai è più che sufficiente. In pochi però avrebbero potuto prevedere quello che di lì a poco a sarebbe successo.

In tre anni dalla pioggia di Marassi alle trombette di Tokyo e il Milan diventerà campione del mondo.


Ruud Gullit con il Presidente Silvio Berlusconi e sullo sfondo Marco Van Basten



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