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  • Gabriele Trombetta

SI SCRIVE SAN SIRO, SI LEGGE GLORIA

Di Gabriele Trombetta






Per un tifoso di calcio, che sia rossonero, nerazzurro, o appartenente a qualsiasi altra schiera, italiana e non, San Siro è il tempio del calcio. Un tempio sacro, teatro di grandi spettacoli ed opere degne de "La Scala del calcio". Un colosso che ha cullato le più grandi imprese sportive delle due squadre di Milano, che ha ospitato le più gloriose notti europee e che rappresenta la massima esaltazione ed attrazione per una partita di calcio.

Negli ultimi anni lo stadio di Milan ed Inter è diventato un tema assai spinoso. I tifosi si dividono, faticano a schierarsi: la parola "demolizione", affiancata a "San Siro" già di per sé fa rabbrividire. Demolizione del vecchio, costruzione del nuovo, possibilità di riqualificazione e modernizzazione, idea di creare un'area stadio con il marketing valorizzato ed amplificato. Sono tanti i temi di discussione all'interno della trattativa Milan - Inter - Comune di Milano, che ormai tiene banco da tempo.

È di poche ore fa la notizia di un San Siro che può essere demolito, in quanto non considerato un bene culturale.

La Soprintendenza, dopo ampi consulti e valutazioni, ha di fatto spianato la strada a Milan ed Inter per lavorare più concretamente in ottica nuovo stadio. Infatti i club non dovranno attenersi a vincoli o restrizioni per la demolizione di San Siro e la costruzione di una nuova area stadio. Milan ed Inter hanno presentato come proposte "La Cattedrale", progetto Populous, e "Gli Anelli di Milano", progetto Manica/Sportium. In entrambi i casi si tratta di un investimento miliardario in cui lo stadio è solo il centro di un'area commerciale, che può essere vista come la rinascita, il nuovo che avanza e assegna maggiori posti di lavoro e sarebbe vista come la migliore delle riprese post pandemia.

I tifosi di Milan ed Inter si stanno ormai rassegnando all'idea che prima o poi si debba abbandonare San Siro. La necessità di evoluzione, gli aspetti economico - finanziari e l'esigenza di modernizzazione dell'impianto sembrano aver messo d'accordo tutti. La costruzione del nuovo sarebbe accettata, ma la demolizione del vecchio verrebbe vista come uno sfregio indelebile alla storia del calcio, un delitto. Oltre ai sentimenti e alle emozioni che giocano un ruolo fondamentale, ci sono anche diverse considerazioni che non entusiasmano: sicuramente il nuovo impianto sarebbe più moderno e funzionale rispetto a San Siro, però non si può parlare di "vantaggi nell'avere uno stadio di proprietà", in quanto la proprietà stessa dello stadio apparterrebbe al Comune, inoltre (come con San Siro) Milan ed Inter continuerebbero a convivere nella stessa casa, usufruendo degli stessi servizi sia sportivi che commerciali ed economici.

Il pensiero di molti tifosi si può racchiudere in "o San Siro o due stadi diversi per Milan ed Inter", ma la seconda strada è di fatto impercorribile. Demolizione e abbattimento sono due parole che i tifosi non possono sentire in riferimento al Giuseppe Meazza in San Siro. Questo stadio rappresenta il calcio, unisce gli amanti di questo mondo, fortifica ed esalta le emozioni. Per San Siro è necessario avere un occhio di riguardo.

"L’idea di demolirlo mi fa un brutto effetto. Se non ci sono altri problemi di cui non sono a conoscenza, San Siro deve rimanere in piedi. E continuare a essere un palcoscenico del calcio. Questo è il mio pensiero da innamorato. San Siro rappresenta un valore, un grande valore. Forse questo non lo ricordiamo mai abbastanza".

Questa l'opinione di Gianni Rivera, vero simbolo di San Siro, innamorato del teatro in cui ha recitato in rossonero, dipingendo storia. Una storia indelebile, che dovrà essere onorata, celebrata e alimentata nel tempo, anche in un'altra casa.


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