TORINO-MILAN 1-0 (2001-02) Gli undici metri che cambiano la storia
- fabrizio.perotta
- 11 mag 2021
- Tempo di lettura: 2 min
È la vigilia di Pasqua dell’anno 1979, il MIlan vince per 3-0 una controversa partita al Comunale di Torino e vola verso lo scudetto della Stella. Gli ultras granata schiumano rabbia per alcune discusse decisioni arbitrali, cercando ripetutamente di invadere il campo.
Da quel giorno si abbatte sui rossoneri una sorta di maledizione e in circa 25 anni riusciamo a vincere a Torino una sola volta. Il fatto che, nell’occasione, il gol decisivo lo segni Luther Blisset conferisce al tutto un non so che di epico. L’aspetto più incredibile è che in questo lungo periodo solo il Toro di Mondonico fu veramente competitivo mentre per il resto i granata si barcamenavano tra Serie A e Serie B. La squadra rossonera, che dominava il mondo, sotto la Mole ciclicamente non andava oltre il pareggio.
Stagione 2001-02: l’ambiente milanista si avvicina alla trasferta con più di un malumore. A causa anche dell’infortunio di Rui Costa, fiore all’occhiello della campagna acquisti, il cammino in campionato è infatti quanto mai altalenante.
Radio spogliatoio, poi, racconta di un feeling mai nato tra Fatih Terim, per i suoi agiografi semplicemente “L’Imperatore”, e Adriano Galliani.
Il carattere spigoloso dell’allenatore turco, in realtà, non piace molto a tutto l’establishment rossonero. I bene informati da qualche giorno parlano addirittura di un possibile esonero.
Con il senno di poi, si può ben dire che questa partita inizi sin dal pomeriggio quando Renzo Ulivieri rassegna le dimissioni da allenatore del Parma. Carlo Ancelotti, una delle anime in campo del Milan di Arrigo Sacchi e ora oggetto del desiderio di Galliani, viene accostato alla panchina parmense (alcune trasmissioni televisive parlano di accordo già raggiunto).


All’ingresso in campo delle squadre, il Delle Alpi non offre certo un grande colpo d’occhio visti i numerosi vuoti sugli spalti.
Manca Sheva, Terim presenta una formazione sorprendentemente rinunciataria con Inzaghi unica punta e una gazzarra di mediani.
A metà primo tempo un marchiano errore difensivo regala a Cristiano Lucarelli il gol del vantaggio. Anche nella ripresa la manovra resta inconcludente e lo spostamento di Laursen a centravanti aggiunto certifica la confusione tattica della squadra rossonera. Nell’arrembaggio finale Inzaghi ha almeno il merito di procurarsi un calcio di rigore che va a battere personalmente.
La rincorsa del numero 9 in maglia bianca è lunga, spiazza Bucci ma la palla vola alta. Finisce l’incontro mentre inizia una lunga notte in cui Galliani convince Carletto a tornare a “casa”.
Sliding doors.
Se Inzaghi avesse fatto gol probabilmente sarebbe mancata quella determinazione in Galliani che ha convinto Ancelotti a non dare corso all’accordo con il Parma. Undici metri che cambiano la storia.

Sono ancora undici i metri che un altro giocatore in maglia bianca percorrerà la stagione successiva. Sullo sfondo non più il cielo di Torino ma quello d’Inghilterra e il suo nome è Andriy Shevchenko.
Dalla sconfitta al Delle Alpi al trionfo di Manchester con Carlo Ancelotti, fino ad allora perdente di successo, che può alzare la prima Coppa dei Campioni nella sua carriera di allenatore.
Sempre undici metri. Undici metri di gloria.
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