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Immagine del redattoreMassimo Volpato

TROPPO FORTE L'ATALANTA O TROPPO DEBOLE IL MILAN?

Aggiornamento: 28 giu 2020


Dopo i giorni di festa natalizia e l'arrivo fi Ibrahimovic in rossonero, vogliamo ritornare ad analizzare la disfatta rossonera di Bergamo. Erano circa 20 anni che il Milan non subiva una sconfitta in campionato per 5-0. L’ultima volta è stato nel maggio 1998 contro la Roma. La squadra rossonera arrivava alla sfida con l’Atalanta nel suo momento migliore della stagione, sia per gioco espresso sia per risultati ottenuti nelle ultime partite. La debaclè bergamasca non è giustificabile con la sola assenza del miglior giocatore, Theo Hernandez, per squalifica. Difficilmente il Milan sarebbe riuscito a rientrare nella corsa ad un posto per la Champions League, ma la partita con la squadra bergamasca ha confermato che l’obiettivo Champions per il Milan attuale è troppo elevato. Anche se Pioli sembrava aver trovato alcune certezze su cui provare a costruire una seconda parte di stagione più convincente, l’Atalanta ha affossato le labili certezze della compagine rossonera. Troppa diversità tra le due squadre, intensità, ritmi di gioco, qualità di gioco, recupero palla e gestione degli spazi. A fine partita Pioli dichiarava: “Abbiamo sbagliato tutto: approccio, piano della partita, ci hanno messo sotto nei duelli individuali e fisicamente.” Con queste dichiarazioni l’allenatore milanista non faceva altro che certificare la superiorità neroazzurra. Pioli aveva preparato la partita in modo alquanto audace, sulla fascia sinistra rossonera se Calhanoglu si abbassava vicino al terzini per cercare di coprire meglio gli spazi e provare ad uscire pressando sul giocatore bergamasco, sul lato opposto Suso doveva restare più alto, per dare un punto di riferimento nelle ripartenze. Però questa soluzione costringeva la catena di destra, Conti e Kessie, a coprire molto più campo ed essere spesso in inferiorità numerica. L’Atalanta ci ha messo poco più di dieci minuti per capire la fragilità rossonera sulla corsia di destra. Con un’azione che ha attraversato il campo da destra a sinistra, Gomez si è ritrovato nella situazione di 1 contro 1 con Conti sulla fascia totalmente scoperta. Ha saltato il difensore rossonero con un tunnel, è entrato in area e ha battuto Donnarumma, Kessie non ha coperto il terzino destro perché attratto dal movimento a centrocampo di Pasalic e Musacchio ha ritardato la copertura verso destra. Dopo il primo gol, il Milan si è sgonfiato subito come un palloncino, è mancata la qualità, la verticalizzazione e non è riuscito a trovare nessuno che riuscisse a gestire la pressione avversaria e nello stesso tempo conservare il possesso della palla. Nella vittoria del febbraio scorso, riuscì alla perfezione a Paqueta, perché il centrocampo milanista perdendo subito la palla sulla pressione orobica condannava la difesa a ripieghi affannosi. Così dopo un miniciclo positivo con Parma, Bologna e Sassuolo (qualche rimpianto su questa partita) ha fatto rimpiombare nel baratro i rossoneri. In questa partita il Milan non era in grado di pressare, di mantenere la posizione e di contrastare la manovra bergamasca. In fase di possesso l’azione dei rossoneri era troppo lenta e compassata per contrastare questa Atalanta. Il Milan chiude questa parte della stagione con 21 punti e solo 16 gol fatti in 17 partite. L’Atalanta in questo momento è più forte del Milan, perché ha giocatori che riescono a fare la differenza e soprattutto una dirigenza forte e stabile, cose che ultimamente, purtroppo, stanno mancando al Milan da troppi anni.


Massimo Volpato

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